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Anche il Brasile ha il suo Black Lives Matter

di Giuseppe Gabrieli

Giovedì sera, dopo una discussione con una commessa, il nero João Alberto Silveira Freitas è stato ucciso in un supermercato Carrefour di Porto Alegre da un poliziotto e una guardia. Scatenando proteste in tutto il Paese, sui social e per le strade. Presi d'assalto i supermercati. Carrefour risponde licenziando il dipendente e chiudendo il negozio. Ma cresce la mobilitazione contro il razzismo, che ricorda le marce statunitensi dopo l'uccisione di George Floyd. E Bolsonaro? Se la prende con i manifestanti


Anche il Brasile ha il suo Black Lives Matter. A scatenare le proteste di migliaia di persone e la nascita del movimento #VidasNegrasImportam è stata l'uccisione di João Alberto Silveira Freitas, 40enne nero, per mano di un poliziotto e di un agente di sicurezza all'interno di un supermercato Carrefour di Porto Alegre.


Dalla capitale dello stato del Rio Grande do Sul la protesta è dilagata a Rio de Janeiro, San Paolo, Belo Horizonte e Brasilia, dopo la diffusione, sui social network, delle immagini dell'uccisione dell'uomo, morto nella tarda serata di giovedì 19. Ma dopo l'iniziale aspetto pacifico alcune manifestazioni sono sfociate in assalti ai supermercati e a vari negozi delle principali città carioca. A essere maggiormente colpiti sono stati i negozi Carrefour, per il fatto che Freitas è stato ucciso all'interno di uno di essi.

«Non respiro»: Freitas come Floyd


Nella tarda serata di giovedì 19 la vittima si era recata in un negozio della catena a Porto Alegre. Lì avrebbe avuto una accesa discussione con una commessa minacciando di colpirla. La donna avrebbe poi allertato gli uomini della sicurezza, intervenuti pochi istanti dopo. Nel video si vedono l'ufficiale di polizia Giovani Gaspar de Silva, 24enne, e la guardia di sicurezza Magno Braz Borges, 30 anni, intenti a fermare la vittima colpendola violentemente per oltre un minuto. Freitas avrebbe più volte chiesto ai due uomini di fermarsi durante il pestaggio, rimanendo inascoltato, dicendo di «non respirare più».

Le stesse parole, questa volta in portoghese, avevano dato il via alle manifestazioni sfociate nel Black Lives Matter statunitense. In quel caso, «I can’t breathe» erano stati gli ultimi lamenti di George Perry Floyd, il nero ucciso per soffocamento dall'agente di polizia Derek Chauvin e da altri tre uomini in divisa a Minneapolis, in Minnesota, lo scorso 25 maggio. Anche lì la polizia era intervenuta dopo una discussione tra la vittima e un commesso di un negozio della città del nord degli States. Floyd, in quel caso, aveva utilizzato una banconota contraffatta da 20 dollari prima di dare in escandescenze e di essere pesantemente picchiato all'arrivo dei poliziotti.


Le proteste e la risposta di Carrefour


Così come avvenuto negli Stati Uniti, una parte della popolazione è scesa per le strade per protestare contro l'eccessiva violenza della polizia ai danni dei neri brasiliani. A Porto Alegre migliaia di persone si sono concentrate fuori dal negozio in cui è avvenuto l'omicidio, così come avvenuto anche a Belo Horizonte. Nel quartiere Barra di Rio de Janeiro gli scaffali di un supermercato della multinazionale francese sono stati presi d'assalto al grido di «killer» e «i razzisti non passeranno».

Scaffali svuotati e distrutti, ma anche fuochi appiccati per strada e pietre lanciate alle finestre hanno caratterizzato le proteste dello scorso venerdì. Carrefour, dalla sua, ha risposto alle critiche per l'episodio con un comunicato in cui esprime «rammarico per l'omicidio» e rende noto «il licenziamento dell'impiegato responsabile al momento dell'incidente», annunciando che «per rispetto alla vittima, il negozio sarà chiuso».


Per le strade e sui social


Ma anche il mondo dei social è stato invaso dallo slogan «la carne più economica sul mercato è nera», dai versi della cantante di samba Elza Soares e divenuto, in breve tempo, il motto principale della parte pacifica della protesta insieme all'hashtag #VidasNegrasImportam.


Il tutto proprio a ridosso della giornata in cui in Brasile si celebra la 17esima marcia per la Coscienza Nera, per la lotta per i diritti dei neri nel maggiore Paese latinoamericano. A San Paolo i manifestanti si sono radunati fuori dal Museu de Arte, marciando con cartelli con su scritto: «Giustizia per João Alberto» e «Carrefour ha le mani sporche di sangue».

Bolsonaro contro i manifestanti


L'uccisione di Freitas ha riacceso i riflettori sulla disparità di trattamento riservata dalla polizia tra bianchi e neri nel Paese guidato dal presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, attaccato dai manifestanti insieme al suo vice Hamilton Mourão. Quest'ultimo già da venerdì aveva definito «deplorevole» l'omicidio dell'uomo sottolineando, però, che in «Brasile non c’è razzismo» e che si tratti di qualcosa che «vogliono importare qui».


Nessuna parola da parte di Bolsonaro nei confronti della vittima ma l'ex capitano dell'esercito, alla guida del Paese carioca da inizio 2019, sul suo profilo Twitter si è scagliato contro i manifestanti invitando la popolazione a non farsi «manipolare dai gruppi politici», insistendo sul fatto che non esista «un colore della pelle migliore degli altri ma sono i valori a far la differenza».

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