di Domenico Maceri*
Il Golden State, fiore all'occhiello dell'economia Usa, è devastato dagli incendi. Tra le cause i cambiamenti climatici, che Donald Trump continua a ignorare. «Socialismo», accusa Kimberly Guilfoyle, compagna di Donald Trump jr. ed ex moglie del governatore Newsom, provando a segnare un "gol politico" contro il ticket Biden-Harris in vista delle presidenziali
«Più di 400mila ettari di terreno sono stati bruciati in California, l'equivalente dello Stato del Rhode Island». Il governatore Gavin Newsom metteva a punto con queste parole la tragica situazione degli incendi che stanno devastando il Golden State.
Sono tempi bui per la California che negli ultimi mesi sta affrontando anche la pandemia del Covid-19. Preoccupano di più due di questi incendi nel nord dello Stato che rappresentano i più grandi nella storia della California. Si tratta dell'incendio Lnu Lightning Complex al nord-nordest di San Francisco e quello del Scu Lightning Complex che colpisce ad est di San Jose.
Incendi e cambiamenti climatici
Altri più piccoli in diverse parti dello Stato preoccupano anche poiché siamo solo all'inizio della stagione degli incendi, che di solito va dal mese di agosto a novembre nel nord dello Stato, mentre nel sud va da novembre a dicembre. Il periodo più pericoloso, di solito, va da settembre a ottobre. I cambiamenti climatici hanno però scombussolato queste previsioni e secondo uno studio esistono due stagioni di incendi: una da giugno a settembre e l'altra da ottobre ad aprile.
Questi periodi sono spesso determinati dalle condizioni atmosferiche con i mesi caldi che non producono piogge e l'inizio delle precipitazioni che contribuiscono alla fine degli incendi. Da aggiungere al problema ci sono anche i venti, specialmente nel sud, con i cosiddetti Santa Ana winds (venti di Santa Ana).
Cause ed effetti
Le cause degli incendi sono molteplici. Spicca fra tutte la disattenzione di qualche individuo poco accorto, anche se Madre Natura ci mette del suo. Alcuni incendi nascono dal bisogno della natura di rigenerare la scarsa vegetazione. Il clima secco e le scarse piogge aggravano la situazione, alla quale bisogna aggiungere il riscaldamento globale e le temperature che continuano di anno in anno ad aumentare. Nel deserto della Death Valley, per esempio, si sono stabiliti record di eccessivo calore che hanno raggiunto 54 gradi recentemente.
Gli effetti sono stati devastanti. I terreni bruciati sono otto volte più grandi di quelli degli anni '70, secondo la rivista National Geographic. Sette persone hanno perso la vita e più di 170mila hanno ricevuto l'ordine di evacuare le loro case. In anni passati questi individui andavano a stare temporaneamente con parenti e amici ma in questi giorni di Covid-19 che richiedono distanziamento la situazione è molto più problematica. Ad aggravarla ulteriormente va aggiunta anche la qualità dell'aria che diventa pericolosa per i californiani vicini agli incendi ma anche a quelli lontani, poiché il fumo e l'aria penetrano al di là dei centri degli incendi. Con conseguenze negative non solo per chi ha difficoltà respiratorie come l'asma, ma anche per i ricoverati negli ospedali per Covid-19.
Il dispiegamento di forze
Il 96 percento dei vigili del fuoco dello Stato sta combattendo gli incendi, ma si teme che la stanchezza si farà sentire fra breve. In anni passati questi pompieri erano assistiti da gruppi di detenuti, addestrati come vigili del fuoco. Il Covid-19 ha però costretto le carceri al rilascio di molti di loro, riducendo il numero di partecipanti da 2.200 a 1.600.
In compenso, trecento uomini della guardia nazionale sono stati addestrati a fungere da vigili del fuoco e altri 300 intraprenderanno l'addestramento fra breve.
Il governatore Newsom ha richiesto l'assistenza di altri Stati ma anche del Canada e persino dell'Australia, ricevendo più promesse che aiuti.
«Socialismo» e gol politici
Negli ultimi giorni le temperature sono scese, facilitando il lavoro dei vigili del fuoco. Alcuni incendi sono sotto controllo ma la situazione è ancora pericolosa.
Kimberly Guilfoyle, compagna di Donald Trump jr. ed ex moglie del governatore Newsom, ne ha approfittato per scopi politici alla recente convention repubblicana.
Guilfoyle, ex procuratrice in California e rivale in passato di Kamala Harris, la candidata democratica alla vicepresidenza, ha detto che per vedere «il futuro socialista del ticket Biden-Harris basta semplicemente guardare alla California». Ha ragione sulla tragica situazione anche se risulta difficile dimostrare in che modo il governo della California sia socialista e responsabile per i disastri naturali. Il suo dito dovrebbe essere indirizzato verso l'attuale inquilino della Casa Bianca e la sua completa inattività che ignora i cambiamenti climatici, responsabili non per gli incendi ma certamente per la loro aumentata gravità.
La California, il più importante Stato dell'unione che per PIL si piazzerebbe fra le prime sei nazioni al mondo, si riprenderà come ha fatto in passato, considerando la diversità economica del suo territorio. Guilfoyle dovrebbe saperlo, come lo sanno i californiani che continuano a votare contro il partito lodato adesso dalla Guilfoyle. Ovviamente la California va aiutata allo stesso modo di altri Stati che spesso sono colpiti da disastri naturali (incendi, terremoti o uragani come sta avvenendo nel sud del Paese).
Ma ci stiamo avvicinando alle elezioni e per Guilfoyle qualunque scusa è buona per cercare di segnare gol politici.
*Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all'Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.
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